Presentiamo brevi cenni della storia dell'abbazia suddividendola in periodi chiave:
E' possibile approfondire la conoscenza dell'Abbazia di Morimondo tramite la rivista e i Quaderni dell'Abbazia, i testi da noi editi e la consultazione dei volumi della biblioteca della Fondazione.
Il Monastero di Morimondo, nome che fa pensare a “morire al mondo”, cioè "vivere da risorti", venne fondato nel 1134 a Coronate, località ancora esistente a circa un chilometro dall'abbazia, dai monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia. Insieme all’abate Gualchezio (Gualguerius) arrivarono Gualtiero, Ottone, Algisio, Guarnerio, Arnoldo, Enrico, Frogerio, Pietro, Bertramo, Petrus Niger e altri monaci di cui non conosciamo il nome.
Nel 1136 essi si trasferirono in località “Campo di Fulcherio”, l’attuale sede.
In poco tempo il monastero acquistò importanza e accolse numerose vocazioni provenienti da tutte le classi sociali; addirittura prima della costruzione della chiesa, i monaci morimondesi fondarono altre due comunità: nel 1143 Acquafredda (Como) e nel 1169 Casalvolone (Novara).
Un segno notevole ed eloquente della ricchezza di vocazioni é testimoniato dalla fiorente attività dello scriptorium. Anche dal punto di vista agricolo ci fu una notevole espansione con gran numero di grange, oratori e mulini dislocati su un territorio di circa 3.200 ettari nel XIII secolo, di cui due terzi erano campi coltivati e un terzo boschi.
Purtroppo la laboriosità e la pax monastica furono disturbate dagli eventi bellici del tempo. L'abbazia, infatti, era stata fondata al confine tra i territori di Pavia e di Milano, città che continuamente si contendevano il dominio politico e militare con saccheggi e sconfinamenti al di qua e al di là del Ticino. Con la venuta di Federico Barbarossa in Italia, Morimondo venne sconvolta con un primo saccheggio da parte delle truppe tedesche nel 1161.
La costruzione della chiesa abbaziale, ostacolata anche da una disputa di giurisdizione ecclesiastica con la vicina pieve di Casorate Primo, potè iniziare solo nel 1182.
Nel 1237 i lavori furono interrotti da un terribile saccheggio avvenuto nella notte del 3 dicembre a opera delle truppe pavesi, che devastarono il cenobio e uccisero molti monaci. Il monastero contava 50 monaci coristi (monaci sacerdoti che lavoravano nello scriptorium) e 200 conversi (fratelli laici dediti alla gestione delle attività produttive del monastero e ai rapporti con l'esterno). Da allora la comunità non si rialzò più e il termine dei lavori dell'abbazia si ebbe solo nel 1296.
Il tredicesimo secolo, col sorgere dei nuovi ordini mendicanti, portò a Morimondo, come in tutto l'ordine dei Cistercensi, un calo delle vocazioni monastiche.
Nel 1450 Morimondo divenne commenda e il suo primo abate commendatario fu il cardinale Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, seguito dal cardinale Branda Castiglioni, noto umanista; ma provvidenzialmente Morimondo ebbe la sua rinascita spirituale grazie al figlio di Lorenzo il Magnifico, il cardinale Giovanni de' Medici (commendatario dal 1487 al 1495), futuro papa Leone X (1513-1521).
Egli si adoperò per inviare a Morimondo sei monaci cistercensi provenienti dall'abbazia di Settimo Fiorentino per riportare la regolarità della vita monastica.
Segno di questa ripresa sono le opere di arte e di devozione, commissionate dai monaci di Settimo Fiorentino, come la ricostruzione del chiostro intorno al 1480, il rifacimento del portale della sacrestia, l'affresco della "Madonna col Bambino" attribuito al Luini del 1515 e infine il coro ligneo del 1522.
Nel 1564 San Carlo Borromeo, per aiutare economicamente l'Ospedale Maggiore di Milano, spogliò l’abbazia di Morimondo dei propri terreni; contemporaneamente la eresse a parrocchia, dandole il titolo di Santa Maria Nascente.
Il Seicento vide nell'abate Antonio Libanorio (1648-1652) l'apice di una nuova ripresa della comunità monastica.
Nel Settecento vennero edificati i palazzi che s’innalzano sopra i lati ovest e nord del chiostro.
Il 31 maggio 1798, a seguito della rivoluzione francese, fu decretata la soppressione di tutti gli ordini monastici e quindi anche della comunità cistercense di Morimondo.
Il monastero, venduto all’asta il 28 settembre 1805, venne frazionato in unità immobiliari destinate alla popolazione rurale.
Dal 1805 al 1950 la vita religiosa venne animata da sacerdoti ambrosiani.
Nel 1941 l’arcivescovo di Milano, il beato cardinale Ildefonso Schuster, in visita pastorale all'abbazia, constatatone lo stato di abbandono, volle riportare nel cenobio la vita religiosa.
Prima vennero contattati i Trappisti delle Tre Fontane a Roma e in seguito, nel 1950, la Congregazione degli Oblati di Maria Vergine si stabilì nel monastero.
Nella storia dell'abbazia di Morimondo Angelo Comolli ebbe il merito, nel 1917, di acquistare il chiostro e gli ambienti circostanti unificandone la proprietà, di provvedere personalmente a importanti interventi manutentivi per evitare il totale degrado e di adattare a suo studio molti degli ambienti fino ad allora male utilizzati, salvandoli da uno stato di totale abbandono.
Il 30 dicembre 1982 il Comune di Morimondo acquistò il cenobio monastico dagli eredi di Angelo Comolli.
Artefici di questa iniziativa, che ha permesso la successiva valorizzazione del complesso monastico, sono stati l’allora sindaco, Maurizio Spelta, e le amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno curato le opere di restauro del cenobio condotte da Alessandro Rondena e Giovanni Carminati e concluse nel 2008.
Nel 1991 il cardinale Carlo Maria Martini affidò alla Congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria la cura pastorale della parrocchia con un nuovo invito a rilanciare l'abbazia di Morimondo come centro di spiritualità e di iniziative pastorali.
Con la costituzione della Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, nel 1993 si assistette a un rilancio di Morimondo con la valorizzazione del patrimonio spirituale e culturale dell'abbazia e del monachesimo di Cîteaux in generale.
Dal 2006 subentrò il clero diocesano nella persona di don Mauro Loi, presente già dal 1991 e parroco sino al 31 agosto 2017. La parrocchia di Santa Maria Nascente, dopo la breve presenza di don Mario Zaninelli, è dal settembre 2019 affidata a don Giancarlo Sala.
La presenza di sacerdoti in un così piccolo centro tende a mantenere vivo lo scopo di questo luogo fondato da un gruppo di monaci francesi nel 1134: realizzare un posto di incontro tra Dio e l'uomo.
Il 18 novembre 2021 ha segnato, in ordine di tempo, un nuovo e significativo passaggio con ricadute positive per la gestione del complesso monastico; in tale data, infatti, dopo oltre duecento anni, il Comune di Morimondo, su iniziativa del sindaco Marco Marelli e della sua amministrazione, ha ottenuto dall’Agenzia del Demanio il trasferimento di proprietà all'amministrazione comunale di tutti i beni – chiesa abbaziale, sala capitolare, lato nord del chiostro e ambienti soprastanti – che erano stati incamerati dallo Stato a seguito dell’attuazione delle soppressioni napoleoniche, ufficializzate per i beni di Morimondo con atto notarile del 9 luglio 1805.
Dopo secoli, tutto il complesso monastico ritrova così la sua unità originaria e torna ad appartenere alla comunità di Morimondo.
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