domenica 26 maggio 2024 - alle 10:00
Nell’anno 1522 Francesco Giramo, abile artista originario di Abbiategrasso, portava a compimento il grande coro intarsiato dell’abbazia cistercense di Morimondo.
Da allora sono trascorsi 500 anni; cinque secoli di storia di un significativo manufatto rinascimentale, che un gruppo di studiosi, interagendo tra loro, ha deciso di affrontare e raccontare in modo interdisciplinare; i risultati iniziali della ricerca furono presentati nella giornata del 3 dicembre 2022.
Ne è nata una serie di contributi che indaga la figura dell’artista, il coro e il contesto architettonico nel quale è inserito, le vicende costruttive, la fortuna critica, i restauri, il confronto con opere dello stesso periodo, le tecniche esecutive e le fonti archivistiche. A corredare i saggi un’ampia rassegna fotografica, appositamente realizzata, che illustra il coro nei minimi dettagli.
Siamo quindi lieti di presentare il volume
Il coro di Morimondo
Cinque secoli di storia
1522-2022
Testi di Stefania Buganza, Massimiliano Caldera, Mario Comincini, Paola Barbara Conti, Massimo Ferrari Trecate, Paolo Mira
Fotografia di Maurizio Bianchi
Intervengono:
Maria Teresa Forni
presidente della Fondazione Sancte Marie de Morimundo
Marco Marelli
sindaco di Morimondo
Cesare Nai
sindaco di Abbiategrasso
Mario Comincini e Paolo Mira
curatori del volume
Disponibile la locandina dell'evento (jpeg - 1,17 MB)
È stato possibile portare a termine questa complessa impresa editoriale grazie all’appoggio della Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, della Parrocchia e dell’Amministrazione comunale di Morimondo, alle quali si sono aggiunti il Comune di Abbiategrasso, Italia Nostra sezione - Naviglio Grande, il Rotary Club Morimondo Abbazia e il Rotary Club Abbiategrasso.
Chi era il maestro Francesco Giramo, abbiatense, noto al momento solo per la realizzazione del coro dell’abbazia di Morimondo?
Chi ha commissionato questo prezioso manufatto rinascimentale?
E perché costruire un coro con più di settanta stalli per lo sparuto numero di monaci presenti in abbazia all’inizio del Cinquecento?
Quando venne spostato dalla sua collocazione originale?
Quali tecniche esecutive sono state impiegate?
Sono alcune delle domande che, nel tempo, in molti si sono posti pensando e ammirando il coro di Morimondo e alle quali ora si è cercato di dare qualche risposta con la pubblicazione che si presenta.
Chi avrà la pazienza e la curiosità di sfogliarne e leggerne le pagine potrà certamente farsi un’idea più precisa sulla figura del maestro Giramo, il contesto in cui visse e operò, il tutto ricostruito da Mario Comincini con precisione, attraverso i documenti d’archivio.
L’aspetto architettonico del coro, inserito nel più ampio edificio abbaziale, è approfondito da Paolo Mira, che pone l’attenzione sull’importanza di questo “luogo” liturgico all’interno dei cenobi cistercensi, per poi arrivare ad alcune considerazioni sul suo spostamento dalla posizione originale a quella attuale, cercando di leggere le possibili modifiche e integrazioni subite a fine Cinquecento e, ancora, all’inizio del XX secolo a seguito di alcuni generali e significativi interventi di restauro.
Legata in maniera inscindibile all’architettura del manufatto è certamente la sua storia artistica, approfonditamente indagata da Paola Barbara Conti, grande conoscitrice proprio della scultura lignea rinascimentale. Attraverso una puntuale ricerca delle fonti archivistiche, con il rinvenimento di documentazione inedita, e un’analisi diretta del manufatto, la studiosa può presentare un quadro davvero articolato relativo ad alcuni protagonisti coinvolti nella realizzazione del coro, unitamente a quelli che ne vollero lo spostamento verso la fine del Cinquecento.
Una trattazione, quella di Conti, naturalmente completata dal contributo di un altro storico dell’arte di livello, Massimiliano Caldera, che ha potuto “dilatare” i confini di Morimondo e del suo coro, mettendolo a confronto con altri esempi diffusi sul territorio dell’Italia settentrionale, con particolare riferimento a Lombardia, Piemonte e Liguria. Ecco, allora, che ne sono emerse similitudini, echi e anche diversità, che contribuiscono in qualche modo a fare del coro di Morimondo quasi un unicum.
Ma, proprio perché il desiderio espresso dal gruppo di lavoro era quello di giungere a un’indagine interdisciplinare, significativo è stato l’apporto di Massimo Ferrari Trecate che, attraverso un’indagine puntuale del manufatto e una sua osservazione ravvicinata, ha potuto far emergere particolari inediti e assai suggestivi relativamente alla tecnica esecutiva, raffrontata con la prassi dell’epoca, alle essenze lignee impiegate.
Inutile sottolineare, infine, come tutto questo lavoro di analisi e di confronto sia potuto avvenire anche grazie alla magistrale competenza di Maurizio Bianchi che, con il fattivo supporto di Anna Gloria Berra, ha potuto documentare per la prima volta, attraverso una delicata e vasta campagna fotografica, ogni singolo stallo, scena e dettaglio costitutivo del coro, qui riproposti in modo completo. Immagini che, ricorrendo ad aggiornati accorgimenti e adattamenti, sono state realizzate anche per documentare la Gloria dell’Eucaristia, decorazione quattrocentesca ad affresco sul fianco nord del coro.
Un affresco, quello della Gloria dell’Eucaristia, davvero significativo, al quale Stefania Buganza dedica il suo contributo, portando una nuova datazione e convincenti confronti stilistici.
ISBN: 9791221061086
La presentazione si terrà presso l'antico refettorio con ingresso da Piazza Municipio, 4.
Accesso gratuito fino a esaurimento posti
Per informazioni contattare la segreteria
Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo
tel 02 9496 1919
email: fondazione@abbaziamorimondo.it
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